30 ott 2008

Hell's kitchen

Quanto può essere difficile costruire una cucina?
Dipende da tanti fattori, dipende se la cucina è prefabbricata oppure se parti dai materiali.
Dipende dai materiali stessi.
Dipende da quanto spazio hai e da quante cose devi metterci.
Dipende se i materiali sono presenti in loco o li devi importare da Saturno
Dipende, sopratutto, se quelli che montano la cucina sono della gente che ne capisce qualcosa o sono dei pasticcioni dotati di grandissima buona volontà.
Ecco.
Fatta questa premessa, immagino che abbiate capito che le cose non siano andate nel migliore dei modi, vero?
Vi sbagliate.
E' andata molto peggio di così e qualsiasi cosa potesse andare storto è andato storto,
Ma andiamo con ordine....

Le premesse tecniche

Io amo mio padre.
Campassi mille anni non potrei arrivare alla metà delle cose che sa fare lui o a arrivare a immaginare le soluzioni tecniche a cui lui arriva.
Ha esperienza, conoscenza, occhio tecnico e intuizione, è un maestro.
Detto questo sul cantiere è anche dotato di un caratterino che te lo raccomando, che ondeggia fra l'irascibile e il depressivo.
Mio padre conosce solo due modi di lavorare, quello giusto è il suo e sono la stessa cosa.
Lui è il capocantiere, ma si spiega con la stessa chiarezza di un quadro di Kandinsky e con la diplomazia della terza Panzer division in vacanza in Polonia.
Mio padre è quello che mentre tiene in equilibrio sul naso un architrave di cemento e trapana con la mano sinistra ti allunga la mano destra e ordina " Passami il coso."
Va da se che NESSUNO capisce cosa voglia ( tranne mia madre , ma per le ragioni che spiegherò fra un pò) al ché segue una serie di bestemmie irripetibili all'indirizzo dell'incolto manovale ( sarei io di solito)
La definizione dell'universo nella categoria "coso" esige una certa disciplina mentale , ma non è nulla al confronto di quanto ti viene chiesto un cacciavite e vuole una pinza, un martello invece di un trapano e una sega invece di una coca cola.
Dopo trent'anni e rotti di vita coniugale mia mamma ha sviluppato da un lato doti di comprensione al limite della telepatia e dall'altro una pazienza degna di un master braminico in reincarnazione avanzata.
Se c'è qualcuno che puo capire mio padre è lei, il problema è che a volte mio padre è troppo per chiunque e li cominciano i guai.
Si dice che per una buona costruzione ci vogliano buoni attrezzi.
E fu così che Gengis padre, Dalai madre e il sottoscritto si misero al lavoro...

Calma, misuriamo prima.

Quanto può essere difficile misurare un muro?
Se si tratta della mia cucina, molto, al limite è impossibile.

Allora cominciamo...


I muri della mia cucina sono gonfiabili, è l'unica spiegazione al fatto che le misure le avremmo prese trecento volte ottenendo trecento risultati diversi.
Durante i lavori sono sicuro che la cucina abbia cambiato forma almeno tre volte, il che quando stai progettando dei piani in granito non è una cosa gradevole.
"Ma contate le mattonelle!" vi sento già urlare, ebbene lo abbiamo fatto, ma anche questa basilare operazione ci dava risultati diversi a ogni volta, come se le mattonelle si spostassero
Dopo tre settimane le misure sono state trascritte e passate al marmista, ma vi giuro che ancora adesso entro in cucina e mi dico che qualcosa non quadra...

Pietra? Metallo? Pelle umana?

Io vengo da un isola che è praticamente un singolo blocco di granito.
L'unica spiegazione alla geologia della Sardegna è che nostro Signore , appena finito di distribuire la pietra fra le montagne del pianeta si sia accorto che gli avanzava un pezzo e lo abbia buttato in mare.
Da noi il granito è una filosofia di vita ed è talmente diffuso che potremmo usarlo per i piatti se volessimo.
Naturalmente l'idea di un piano di lavoro in granito piaceva anche a me, perché la sensazione della liscia e fredda pietra sotto alle mie mani ha un posto speciale nel mio cuore.
Il problema è che se abiti in Belgio in cui la pietra piu dura che hanno è il calcare delle Ardenne, trovare del buon granito a dei prezzi accettabili non è un lavoro da nulla.
Dopo avere parlato con tutti gli artigiani della città, che, da dietro le loro lapidi, ci hanno guardato alquanto perplessi, abbiamo trovato fuori città un impresa specializzata.
Detta impresa si è fatta pagare la pietra, i tagli la lavorazione, il colore, il peso, la densità, altezza, larghezza e profondità, l'umidità dell'aria, il livello del mare, il bilinguismo nazionale, mijn vlakke land e la maremma maiala ( se riguardo la fattura ancora non ho capito bene cosa ho pagato, ma era caro assai), diciamo che non ricostruirò una cucina tanto spesso in vita mia.
E i guai erano appena cominciati.
La lastra piu grande pesava sessanta chili e non passava dalle scale, per cui abbiamo dovuto portarla su il giorno del trasloco con l'elevatore, con il terrore che ci si spaccasse ( una volta piazzato su dei sostegni, il granito è stabilissimo, il problema è che mentre lo trasporti è fragile come il cristallo).

Bè? credete che la lastra si tenga su da sola?




I pezzi minori erano tagliati male e abbiamo dovuto ritagliarli noi con la mola a disco ( ho avuto polvere di carbonio nel naso per due giorni).
Quando abbiamo finito, un paio di pezzi sporgevano in maniera strana ( La cucina si era spostata ancora probabilmente) ma abbiamo derubricato tutto a " si vedrà in futuro" e ci siamo spostati a problemi piu pressanti ( tipo in quale scatola fosse l'apriscatole)


Non male eh?



I piaceri della decorazione.

Restavano tutta una serie di piccoli dettagli la cui risoluzione ha portata il nostro allegro gruppo a svernare da IKEA e BRICO.
I commessi oramai quado ci vedevano arrivare ci guardavano per un attimo e poi scuotevano la testa.
Comunque per farla breve ecco...

... Il colore dei muri





Ecco una cucina da VERI uomini


... I pensili


Le metto le porte, le metto, solo un attimo...



... La cappa dei fuochi

Uh.. Papà? Non ti pare?... Non saprei...



.... E il muro divisorio con i tavoli pieghevoli.


Mentre tagliavamo queste travi, abbiamo scoperto che c'era un asta di metallo nel mezzo. Morale della favola, ora riposano nella mia cantina ^_^''




Una piccola nota di costume, se avete dei piani in legno, procuratevi della vernice vetrificante per parquet e, dopo tre mani, avrete dei piani di vetro temperato color legno.



Detto questo abbiate anche cura di lavorare con le finestre aperte o di procurarvi dei polmoni di ricambio ad ogni mano.
Consiglio altresì di operare tale verniciatura in stagioni calde in cui lasciare la finestra aperta non dia adito a temperature polari in casa, tali che il cibo in frigorifero si metta a gridare di chiudere la porta che c'è corrente...

Fischio finale.

Nonostante il lavoro la cucina non è ancora finita, restano da trovare soluzioni a tutta una serie di problemi, mancano almeno due mobili e un forno ( ma qui il colpevole è il mio conto in banca) , le piastrelle devono essere ridipinte e in certi punti ripiazzate e altro ancora.
Ma va bene così, posso farlo a poco a poco.
Del resto, se facessimo tutto in una volta il divertimento dove sarebbe ^_^'' ?

Grazie papà :)

5 commenti:

Elisa Lila Madrigali O'Shea ha detto...

Pazzesco! Il muretto divisorio è semplicemente fantastico.
Presto inizieranno le fotografie anche alla camera degli ospiti; anche io sono in ristrutturazione... e sinceramente non ne ho una grande voglia, ma vedendo il risultato finale della tua cucina mi rincuoro. Solo che mio marito deve aver studiato alla scuola di tuo padre:
"PASSAMI QUEL COSO..." Seguito da silenzio di tomba.
"'more? Quel coso cosa?"
"Eh, dai, quello col manico rosso".
Pinza a becco?
Cacciavite?
A stella o piatto?
Forbicione?
Spazzolone?
Mocio vileda?

Mi aspettano delle fantastiche giornate di "indovinami, nevvero, qual attrezzo è nel mistero!"

Unknown ha detto...

Chiedo a mia mamma gli appunti di "Telepatia 1" e te li spedisco ^_^.

Zen ha detto...

Posso solo dire di essere stato felice di non essere lì, in quei giorni. :P

Unknown ha detto...

Gianlu...che dire...sei un meraviglioso malato di mente!

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie