16 nov 2009

San MacGyver

Comprare le cose è facile.

Ammettendo di avere i soldi in realtà nulla è impossibile ed è una cosa di cui sono dolorosamente conscio ogni volta che mi serve qualcosa per la mia casa e non posso permettermelo.

Vi ricordate vi dissi della crepa che le mie finestre hanno lasciato nel mio conto in banca? Ecco suddetta crepa ha portato a un piccolo ma necessario salto mortale per risolvere un problema della cucina.

ANCORA?!

Sì, lo so, ma quella cucina non finisce mai, io non ci posso fare nulla, è la mia nemesi è il mio nemico giurato e , sopratutto, mi rifiuto di dargliela vinta.

Vi ricordatedel buco lasciato aperto a fianco del forno?

Probabilmente no, per cui guardate la foto e rinfrescatevi la memoria, vi prego di notare i due scaffali in fondo al vano nel muro, serviranno poi.





Un problema abbastanza noioso della mia cucina è che ha tutti i pensili di questo mondo, ma non ha un cassetto per metterci le posate.

Finora le posate erano state tenute lontane dalla suddetta stanza il che portava a scene curiosissime quando si cominciava a mangiare e ci si rendeva conto che non c'erano le forchette in tavola.

Ecco perché avevo da tempo deciso che in quel buco ci sarebbe stato un mobile con cassetto atto a quella e altre bisogne.

Ikea?

Purtroppo no, il problema di quella cucina è che essendo tutto fatto su misura nessuna delle misure standard della Ikea è utile a riempire i vuoti lasciati dal muratore capo ( sarebbe mio padre per i poco attenti).

Ecco perché ancora una volta ho dovuto progettare un mobile speciale.

Questo mobile era pronto ad essere costruito e, nonostante di altissima difficoltà, prometteva bene.

Purtroppo il tifone finestre, abbattutosi sulle mie finanze, ha fatto sì che il mio conto in banca non potesse seguire il mio estro artistico- ingegneristico lasciandomi col problema , ma senza visibili soluzioni.

Ah va bene rinunciamo...

Ma quando mai.

In questa casa si sperimentano soluzioni ardite, idee avveniristiche e tentativi di rendersi ridicoli oltre i limiti consentiti dalla CE per il prossimo quinquennio.

Non ci sono soldi? Si improvvisa.

E sotto l'altro patrocinio di San McGyver ( santo protettore della casa) e del Conte Lello Mascetti ( questa ve la spiegherò una volta o l'altra) mi sono messo in cerca di una soluzione.

Dopo un po di tempo a ponderare il problema sono inciampato su questo.

Il mobile in salotto.

Il mobile in salotto era un vecchio mobile con una piattaforma rotante che poteva essere usato o come bar o come tavolo ( ed in effetti nella vecchia casa serviva proprio a questo).

Era li in salotto e faceva parte di quella classe di mobili usata un po per tutto " in attesa di meglio".

La struttura era quasi integra a parte un paio di acciacchi e le misure erano interessanti.

Un paio di centimetri di troppo sui fianchi e alla base, ma nulla che un po' di tagli non potesse risolvere, per cui, approvato al materiale, restava solo da tirare fuori il coltellino sviz.... gli attrezzi.

Tagliamo la testa al toro

E le gambe al tavolo, ecco perché la prima cosa è stata tagliare le pareti per accorciare il mobile.



Il mobile doveva essere semovente per permettermi di raggiungere gli scaffali nel vano che si trovava in fondo allo spazio nel muro, per cui ho rifatto il fondo usando una tavola più spessa e ci ho attaccato delle ruote.



Le due ruote davanti hanno un fermo, l'idea è che quando il mobile sarà fuori dal vano, se ne avessi bisogno, basterà bloccarle ed ecco una superficie stabile per lavorare.




Fatto questo restava solo da ridurre il piano rotante di modo che entrasse nel vano.



Un problema tecnico abbastanza importante era dato dal fatto che il piano rotante si sorreggeva su di una gamba di metallo.

La gamba di metallo prendeva troppo posto per cui è stata eliminata e sostituita con queste strutture pieghevoli in acciaio che permettono un sostegno con minimo ingombro.



Una volta montato il mobile ecco il risultato.


Il mobile è di poco ingombro, ma una volta trasformato è un'ottima superficie per cucinare.


E, per soddisfare l'aspetto estetico eccolo ricolorato completamente di bianco.



Questo mobile è l'ultimo lavoro dell'anno per la pinguinaia, prossimo intervento in Gennaio in salotto.

Non vedo l'ora :)

15 nov 2009

Le invasioni berbere

In effetti i miei lavori domestici, ivi incluse le trasformazioni e le decorazione sono faccende sì faticose, ma tutto sommato indolori.

Sono fatte ai miei ritmi, organizzate con calma e poi raccontate qui.

Esulano dalle categorie suddette due classi di lavori:

A) quelli fatti con mio padre
B) quelli affidati ad artigiani ed operai.

Non essendo il mio prolifico genitore in visita quello che vado a raccontarvi è dunque un intervento del secondo tipo (suono di tuoni in lontananza)

Affacciati alla finestra mio tesoooor

Le intelaiature delle finestre di casa mia venivano dritte dai 60 e nessuno aveva mai trovato niente da ridire, il che, dopo avere vissuto un inverno intero in quella casa mi ha sempre lasciato basito.



Parliamoci chiaro, va bene il riscaldamento globale e gli inverni che diventano meno rigidi, ma in Belgio in inverno quando fa freddo fa un freddo porco e bastardo.

Mi ricordo di essermi svegliato piú volte con la faccia congelata e una volta ho trovato un fondino di thé congelato nella mia tazza .

Alle intelaiature in alluminio erano abbinati dei vetri sottilissimi e male isolati che permettevano a stilettate di freddo di penetrare dappertutto.

Ho retto l'anno scorso, ma sono stato piú che chiaro che costasse quello che costasse, le finestre dovevano essere cambiate per l'inizio dell'inverno.

Piú facile a dirsi che a farsi

Mai rimandare a domani...

Spiegatemi una cosa, io vivo tecnicamente la seconda piú grande crisi economica della storia mondiale.

Una crisi talmente nera e cattiva che non c'è nessuno che non pianga miseria, artigiani inclusi, per cui vorrei capire perché cavolo sia così difficile trovare qualcuno che ti faccia un lavoro.

Voglio dire, dovrei avere ponti d'oro e un servizio impeccabile, no? Macché, a parte delle richieste esose ( ma tipo 40 mila e passa euro per i lavori) quando finalmente abbiamo trovato quelli che potevano farci il lavoro a un prezzo che non facesse scattare bestemmie irripetibili abbiamo dovuto rincorrerli giorno e notte.

L'ordine dell finestre è stato fatto in Luglio, gli operai si sono presentati il 15 di Ottobre e hanno cominciato a demolire -_-''

... Quello che puoi sfasciare oggi

Quando dico demolire non scherzo mica, la squadra di artigiani marocchini ha affrontato il suo compito con la velocità dei meccanici Ferrari al cambio gomme e la delicatezza delle orde di Attila ( non c'è erba in casa mia, ma sono abbastanza sicuro che non ci sarà neppure mai).

I vecchi telai sono stati strappati, divelti, segati ridotti in briciole.



A un certo punto per accelerare i lavori i fieri figli dell'Africa nord occidentale si sono messi al lavoro con una mola a disco. L'alluminio ha retto e dato grande prova di coraggio e prima di cedere ha bruciato DUE motori di mola.

Quando hanno dato il colpo di grazia all'intelaiatura, mi sono reso conto che era una terza mola che stavano usando e ho pensato "però, sono ben attrezzati"



Poco dopo il mio vicino del piano di sopra, impegnatao in alcuni lavori, è sceso a chiedermi se avessi preso la sua mola e ho preferito comunque sorvolare....

Il lavoro ha preso tre giorni (inframmezzati da inseguimenti telefonici sempre piú spericolati) e quando sono tornato dalla piccola visita alla mia signora ho potuto vedere le mie finestre montate...

... E tutta una serie di piccoli problemi.

Un ultimo sforzo

Quando i miei delicatissimi operai se ne sono andati hanno lasciato due problemi mica da nulla.

Il primo erano i muri della cornice delle finestre sfondati in piú parti, questo perché quando avevano divelto la vecchia cornice non si erano preoccupati di tagliare le L in metallo che sorreggevano la struttura.


Il secondo problema è che, con mia grande sorpresa, quando sono arrivato, ho trovato tre pannelli di plastica al posto di altrettante finestre in salotto.





La spiegazione del secondo punto era semplice, quando avevano fatto l'ordine, Dio solo sa come, si erano sbagliati di dimensioni e tre vetri erano troppo grandi per le intelaiature.

Mi avevano assicurato che i vetri tagliati correttamente sarebbero arrivati da li a poco, ma sapevo già che avrei dovuto rincorrerli al telefono per un altro po'.

Intanto restava il problema dei buchi nel muro. Olivier il mio vicino del terzo piano mi ha passato il numero di due stuccatori brasiliani che avevano già fatto il lavoro per lui.

Ho preso contatto e dopo accesa contrattazione sul prezzo ( coadiuvata dal mio vicino, sempre sia lodato) ci siamo messi d'accordo su un prezzo corretto e che finalmente comprendesse tutto, lavoro, materiali e saudade.





Una cosa devo dirla su quei due, chiacchieravano come comari in piazza, ma erano veloci e con una mano benedetta in due giorni avevano fatto tutto il lavoro talmente bene che mi veniva quasi voglia di dirgli " Ora rifatemi tutta la casa".




Finito il lavoro, evidentemente anche il destino aveva deciso che si era divertito abbastanza e dal Marocco a dorso di dromedario erano arrivati pure i miei vetri.

Il giorno stesso gli operai sono arrivati e, appena entrati nella stanza, mi hanno fatto i complimenti per l'ottimo lavoro di intonacatura.

Neppure finita la frase e il primo berbero aveva già piazzato un angolo di finestra dentro al muro appena rifatto facendoci un intaglio.

E poi dici che uno diventa razzista.

Il tocco finale.

Restava alla fine solo da pulire casa (dopo avere vissuto per tre settimane in un cantiere che pareva una cava di talco da tanta polvere c'era) e da ridipingere il muro in salotto.

Sì, perché la stanza da letto ha ancora da essere dipinta ( per cui per ora resta così), ma il lavoro di pittura che avevo fatto in salotto era partito.

Pulire ha preso 8 ore, di cui 4 solo per spolverare ogni cosa stesse in casa ( nel mezzo comunque ho avuto il tempo di andare a Grand place per la manifestazione dei giocolieri)

La pittura ha preso ancora tre ore, ma a onor del vero non ho fatto le sfumature, per quelle mi prenderò un paio d'ore un fine settimana di qui a venire.



Ma sei contento?

Ora che abbiamo finito sì.

Ho una voragine nel conto in banca che dovrò risanare con calma e gesso e c'è ancora sporco dappertutto in casa, ma sono contento.

La casa è calda come non è stata mai e svegliarsi la mattina in una stanza sì fredda, ma nulla al confronto della cella frigorifera precedente, vale oro.

Adesso che la casa è isolata manca solo un piccolo intervento in cucina e posso chiudere i lavori in casa per il 2009.

Tabella di marcia perfettamente rispettata :)




Berberi permettendo.

10 nov 2009

Grand Place

Grand place è uno di quei posti a Bruxelles che ti fanno davvero pensare di essere sempre in un altro posto.

Ammiro tantissimo questa città per la multiformità e la fantasia d'uso di questo spazio, scrigno racchiuso fra i bellissimi palazzi coperti da tetti dorati.

Così ecco che domenica, dopo avere pulito casa per quasi 5 ore e avere eliminato quasi tutte le tracce dello sfacelo degli ultimi lavori (un attimo di pazienza, ci arriviamo) sono andato a Grand place per vedere questo.

Ebbene sì, 600, 600 giocolieri concentrati, stipati al centro di quel meraviglioso palcoscenico di selciato.



Lo spettacolo era incredibile, entravi nella piazza e l'aria si riempiva di palle, clave, cerchi e qualsiasi cosa potesse essere lanciata.






Non un solo punto della piazza vuoto.



E colori, tanti, dovunque.





Amo questa piazza :)


E amo questa città :)

1 nov 2009

Il pinguino chiede...

Il bicchiere é mezzo pieno o mezzo vuoto?



A voi la sentenza....

Autunno a Bruxelles

No, non sono morto.

È solo che sono ricominciati i lavori in casa e allora di cose da raccontare ce ne sono tante.

La cucina è praticamente fuori uso e quello che vedete è un esempio di quello che mangio in questo periodo da sotto a una marea di polvere.



Fatemi riprendere fiato e questa settimana vi racconto tutto.

A tra poco...