Il pinguino innamorato
1000 sogni, 500 distro, 65 metri quadrati, 20 anni di mutuo, 6 stanze, 3 PC, un geek...
19 set 2011
La passione di Wilde
Seguo fedelmente il Rugby da due anni, da quando la mia signora mi ha trascinato al Flaminio a vedere Italia - Inghilterra per il sei nazioni.
Da allora sono pazzo di questo gioco assurdo in cui succedono cose che in qualsiasi altro contesto sarebbero classificate come aggressione con l'aggravante della premeditazione.
A uno spettatore non informato le dinamiche di questo gioco paiono assurde. La palla ovale schizza sul campo, passata sempre all'indietro invece che avanti. Ogni due metri il portatore di palla si fa fermare e pestare da una decina di energumeni. Viene poi abbandonato sul terreno dai suoi aggressori che vanno a massacrare il successivo portatore di palla.
L'azione è caotica e frenetica, ma viene spesso fermata per ragioni che solo l'arbitro comprende. Nessuno che contesti, nessuno che dica nulla, tutti eseguono obbedienti.
Ogni tanto, per ragioni altrettanto incomprensibili, 8 giocatori creano una specie di formazione a tortuga e vanno a rovinarsi le vertebre in uno scontro contro altri 8 avversari che assumono la stessa formazione. Il pallone rotola beatamente sul terreno fino a che qualcuno non lo raccoglie e la rissa può ricominciare.
Oscar Wilde amava ripetere che il rugby è un gioco da bestie giocato da gentlemen, al contrario del calcio, gioco da gentlemen giocato da bestie.
Difficile dare torto a Wilde dopo avere osservato questi armadi che compiono atti contro la morale ma che non si permettono mai di alzare lo sguardo quando l'arbitro li ragguardisce o che appena si rialzano da un mucchio di carne e ossa in cui è successo di tutto danno una pacca all'avversario dandogli appuntamento al prossimo scontro.
A aggiungere surrealismo a questo sport ci pensano i tifosi delle squadre, folli, colorati, rumorosi e impeccabili come i giocatori.
Sono tifosi che quando prendono una meta o un fallo non si mettono a insultare la madre dell'arbitro, ma cazziano la propria difesa. Sono quelli che quando il tifo della squadra avversaria è moscia si mettono a sostenere gli altri ( state pensando che sia pazzesco? Non avete letto finora?) e che portano i loro bambini a vedere la partita e gli insegnano che l'avversario si affronta sul campo e si rispetta sempre.
Alla fine di una partita c'è chi vince e chi perde e questo anche se si pareggia, perché dentro di te sai se hai dato tutto o se potevi fare di più e allora hai interviste che i calciatori dovrebbero rivedere a anello, con allenatori che gridano contro la loro squadra ( che ha appena vinto) e giocatori che si maledicono per errori che ( nel contesto assurdo di cui sopra) sarebbero assolutamente umani.
La nuova Zelanda è lontana e le partite a orari assurdi, ma non mi sono mai svegliato così felice la mattina di Domenica alle 5 come da quando ho un match da vedere.
Sì... Alle 5.. Domenica...Non avete ancora capito che è un gioco pazzesco eh? :D
17 set 2011
To war!
Rambo è pronto a partire in missione , in una sequenza di dettagli, lo vediamo legarsi le scarpe, testare le armi, legarsi l'immarcescibile fascia sulla fronte.
Intorno a lui, la gente continua a prepararsi, ma lui è completamente focalizzato sulla sua preparazione.
Questa sequenza la troveremo prima di ogni "attimo di quiete prima della tempesta" da allora ( neppure Arnold se la fa mancare) ed è ormai uno stilema narrativo accettato.
Ma perché quella scena rappresenta quello che rappresenta? Perché è, ne più ne meno, la vestizione del cavaliere prima di andare ad abbattere il drago.
Ne parlo oggi perché ho avuto un esperienza curiosa mentre ero in treno.
Una volta al mese lavoro di Sabato o Domenica e quindi mi metto in viaggio via treno per arrivare all'ufficio.
Mi ero appena seduto che di fronte a me si siede una ragazza. Il treno parte e dopo pochi minuti lei apre la borsetta, tira fuori un astuccio e si mette con calma e metodo a truccarsi.
La scena è durata una decina di minuti, nessuno ha commentato, io per primo. Eppure per tutto il tempo non ho smesso di guardarla; ero affascinatao dai gesti e dall'aura di siciurezza di se e calma che quella ragazza emanava.
Se ne è accorta, ma non ha reagito, ha continuato a truccarsi, come se fosse irraggiungibile, come se niente al mondo potesse toccarla.
Allora ho capito il perché della vestizione, quando abbiamo un rituale, quando ci vestiamo, ci trucchiamo, ci pettiniamo, stiamo mettendo un armatura, stiamo andando ad affrontare il drago.
Il risultato non è per forza scontato, ma il punto è che che quei pochi gesti ci preparano e ci mettono nella forma mentis per affrontare la sfida.
La ragazza che si trucca non è niente altro che il sottoscritto che si mette giacca e cravatta e si prepara di fronte allo specchio oppure Rambo pronto alla missione. Attraverso il gesto, ci prepariamo all'azione.
Quando sono arrivato all'ufficio ho ripensato al fatto che il mio solo rituale, quando vengo il sabato mattina sia fare colazione alla pasticceria Renardy. Non so se possa mettermi nella forma mentis per vincere il mio drago, ma di sicuro da calorie a sufficienza per affrontare qualsiasi cosa :D
24 mag 2011
Bella...
Perché sei la prima persona che sento al mattino e l'ultima che sento alla sera e non ti importa se passo il tempo a sbadigliare.
Perché ti preoccupi della mia salute quando stai male tu e passi il tempo a cercare di non stare male per non fare stare male me.
Perché mi insegni le cose semplicemente camminando con me.
Perché anche un cappuccino in mano tua diventa sexy.
Ti aspetto ancora amore mio, mi manchi.
8 apr 2011
Improvvisamente un pinguino
Metà delle cose non funzionavano, il supporto hardware era un orrore, comprare un pezzo per il computer era un incubo.
Ogni volta che attaccavi una periferica era un terno al lotto, sul tuo PC magari funzionava, su quello del tuo vicino no.
Una scheda audio o grafica richiedeva che ti scrivessi quasi i driver da soli e potevi scordarti metà dei programmi esistenti in commercio, ma Hey! Avevi Tux racer, quindi andava tutto bene no?
Eppure quel piccolo disastrato sistema operativo aveva dei numeri, aveva talento, aveva stile e aveva fame.
Ne aveva tanta e aveva dentro di se la rabbia di tutti noi che ne avevamo le scatole piene di deframmentare dischi, vedere Word cadere con messaggi di errore incomprensibili, schermi blu dieci volte al giorno e virus e spyware che facevano la lotta nel tuo Hard Disk.
Cominciammo con Red hat, Debian, i veri duri con Slackware, i masochisti ( più tardi) con Gentoo. Poi arrivarono le distribuzioni per esseri umani normali, Mandrake, PC Linux e l'ambigua Lindows.
Infine Ubuntu, la distribuzione che ha sdoganato il pinguino e che attualmente è sul PC di mia mamma ( e credetemi, va da Dio).
Ho installato, usato e distrutto più distribuzioni di quanto mi ricordi. Ho sezionato ogni sua parte, imparando sempre un qualcosa in più. Linux mi ha insegnato che non ci sono problemi irrisolvibili, solo soluzioni da cercare.
E per quanto ormai tutti lo usino e nessuno si ponga più il problema, io, in fondo a me, so che Linux è così perchè abbiamo avuto la curiosità e la voglia di farcela, perché ci siamo cercati e insieme abbiamo trovato le soluzioni e anche perchè io non ho mollato al primo messaggio di errore e ho contuinuato, ostinato a riprovare
Tanti auguri Linux.
10 mar 2011
Sushi
Lo avevo trovato cattivo, un gusto indefinito, sgradevole sotto i denti e difficile da inghiottire.
Da allora sono lentamente ma sicuramente divenuto un fanatico di questa curiosa pietanza che miscela il crudo e il cotto in piccoli, saporiti bocconi.
Ho sempre visto il Sushi come la Pizza per noi, un piatto che vai a mangiare raramente e che diventa un occasione sociale, in famiglia o con amici.
Ora, mi sono detto, visto che la Pizza la so fare e la faccio per la mia famiglia e i miei amici, perché non il Sushi?
Photo Monsieur tout le monde
Google is your friend
Bastano pochi clic su internet per imparare le basi di quello che serve (consiglio particolarmente i video pratici su Youtube) e potete mettervi al lavoro. Vi serviranno:
- Riso
- Aceto di sake
- Alga Nori
- Ingredienti aggiuntivi
Riso
Che ci crediate o no il riso giapponese lo fanno in Italia. potete usare il riso Arborio o il Roma a seconda che vogliate i chicchi più o meno grossi.
Per cuocerlo la regola è semplice, 1 tazza di riso+1 tazza di acqua+ mezza tazza di acqua. Se fate due tazze di riso allora sono due tazze e mezza di acqua.
mettetelo in una ciotola versateci dellácqua, sciacquate e scolate. ripetete un paio di volte fino a che non vedete che i chicchi sono traslucidi.
Io uso un bollitore, ma se fate alla pentola, portate a ebollizione, poi tirate giù il fuoco al minimo, sobbollite venti minuti.
Fatto questo coprite e lasciate riposare SENZA GUARDARE per altri venti minuti.
Aceto di Sake
L'aceto deve essere leggermente addolcito; esistono degli aceti per Sushi con lo zucchero già sciolto. nel secondo caso nessun problema, nel primo aggiungete un cucchiaino di zucchero e scioglietelo bene.
Avrete bisogno di quattro cucchiai di aceto di sake ogni 3 tazze di riso ( a voi le proporzioni).
Aggiungetelo al riso quando ha riposato, poi coprite la ciotola e mettetelo a raffreddare.
Alga Nori
Viene venduta in confezioni da dieci fogli. Serve a dare un gusto in più al sushi. Utile, ma non indispensabile
Ingredienti aggiuntivi
Tranne la carne, vale tutto.
Ho visto sushi completamente vegetariani, alcuni con la frutta. Qui in belgio aggiungono un po' di formaggio fresco per aggiungere una nota cremosa ( prima di cominciare a gridare, sappiate che in Giappone fanno lo stesso con la maionese)
Per il pesce, per cominciare usate del salmone, dei gamberi sgusciati, del surimi tagliato a strisce, del tonno e del tonno in scatola al naturale.
Alcuni accostamenti possibili:
- Salmone+ formaggio+ aneto freso
- Gamberi+ formaggio
- Gamberi+ Surimi
- Salmone+ cetriolo
- Tonno al naturale+ cetriolo+ formaggio+ aneto fresco
Insomma, avete di che divertirvi.
Come guarnizione un po'di salsa di soja va benissimo, ma provate ad aggiungere un po' d'olio d'oliva alla soja e vedrete...
Buon appetito :)
Photo Monsieur tout le monde
5 mar 2011
Dove eravamo rimasti?
Per citare Billy Crystal in "Harry ti presento Sally" dopo quanto cadono in prescrizione le scuse?
In questo anno non ho scritto più nulla per tutta una serie di ragioni, alcune delle quali molto personali e su cui, se permettete, taccio.
Vi rassicuro sul fatto che pochissimo è stato fato in casa, per cui non avete perso nulla di importante.
Con l'andare avanti degli anni, ritengo di essere diventato una persona che conosce i suoi limiti e che sa quando spingere e quando fermarsi.
L'ultimo anno non mi sono sentito in condizione di spingere e creare come gli altri anni, ma quest'attesa è finita.
La casa dorme da troppo tempo ormai, io non sono quello che ero un anno fa e la casa invece si è fermata. Bisogna ricominciare.
Questo Blog era come la mia casa, fisso nel tempo e incollato a una routine che non mi appartiene più. E visto che questo Blog rappresenta per voi il solo modo di accedere alla casa, tanto vale che si rinnovi con lei.
Ecco per cui le maggiori novità:
- Il tema è più essenziale, ho tolto gli inutili orpelli che lo appesantivano e visivamente è molto più rilassante da leggere.
Questi sono i cambiamenti immediati, manon definitivi. un logo del sito è in lavorazione e conto di rimettere mano ai Tag dei post in modo da rendervi le ricerche il più agevoli possibili.
I lavori ricominciano questo fine settimana. Restate con me.
Ho tante cose da mostrarvi. :)